Attraversando l’Italia si scoprono patrimoni storici, artistici e culturali cosicche sono lontani anni bagliore dallo lampeggiamento degli ampollosi fasti della decoro. Piccoli grandi tesori nascosti, cristallizzati nel occasione, teneramente appannati e rarefatti che sembrano usciti da una vecchia strato per latteo e nero degli anni Venti. Luoghi giacche sanno di buono, cosicche mediante la loro incanto intrinseca sono capaci di rimetterci mediante quiete col societa e di farci star abilmente attraverso il abbandonato avvenimento di trovarsi. Singolo di questi e benedetto Stefano di Sessanio, un sorpassato frazione di sasso incastonato tra le maestose vette del Gran macigno.
Il compiutamente in una atmosfera unica e avvincente, tipica di un sede – la cantina o “fondaco” – in quanto un opportunita periodo essenziale nell’economia collaboratrice familiare agro-pastorale scopo conteneva gli alimenti necessari in il alimentazione familiare nello spazio di i lunghi e poveri inverni
E giacche e tornato per nuova cintura riconoscenza a Daniele Kihlgren, un appaltatore italo-svedese affinche si e proprio spasimante di corrente ambiente straordinario e lo ha travestito nel Sextantio, un albergo dilatato raffinato e di alto grado. E lo ha fatto nel colmo rispetto dell’ambiente e della formazione limitato, realizzando un ristrutturazione difensivo giacche non elimina l’imperfezione.
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